giovedì 7 aprile 2011

Giovanni e Eyob








Claudenzio e Eyob


Il primo incontro è incominciato. Si svolge all’“Agorà”, un bar del quartiere Madonnella di Bari. E’ incominciato con un po’ di confusione. Confusione non dovuta solo alla preparazione dello spazio, spostando le sedie e i tavolini del locale, ma anche dalla difficoltà che comporta il fatto di essere i primi e di incominciare qualcosa di nuovo; ma un giro di presentazione e qualcosa da bere bastano a “sciogliere” l’atmosfera. Conosciamo così i primi protagonisti del progetto: Eyob, bambino italiano di origine etiope, e Claudenzio.


Claudenzio rompe definitivamente il ghiaccio: “Vuoi imparare il mestiere che facevo io?”. Eyob è incuriosito, ma ancora un po’ insicuro sul modo in cui entrare in relazione con l’anziano e con gli altri che lo circondano: dovrà dare del lei o del tu? Claudenzio gli spiega che guidava un tir e trasportava merce in vari paesi d’Europa. Il bambino ora è piacevolmente sorpreso; vuole sapere dove è stato, cosa gli è capitato, come sono quei luoghi. E ascolta di viaggi a Marsiglia, dove il tir del giovane Claudenzio ebbe dei guasti al motore e di come fu difficile farsi capire dai marsigliesi, che parlavano una lingua diversa dal francese; di viaggi in Grecia e delle strade greche senza segnali d’indicazione; di viaggi in Spagna e delle differenze incredibili tra la cucina spagnola e quella di casa nostra. Eyob ascolta e mette a confronto le sue esperienze di vita con quelle del suo anziano interlocutore; si racconta; sogna, entusiasmato.





Lara però sente che c’è qualcosa di statico in quest’atmosfera, soprattutto ora che il bambino, con una macchina fotografica, deve annotare ciò che questa esperienza gli sta insegnando. Improvvisamente, un’idea: se continuassimo l’incontro vicino al mare? In effetti, il bar dista poco dal lungomare. Pagato il conto, ci dirigiamo verso il mare. Questo spostamento crea una nuova atmosfera, per niente fredda; anzi, assolutamente gioiosa e giocosa, che porta con sé qualcosa di familiare: sembra una scampagnata! I nostri protagonisti sono sul lungomare Nazario Sauro, davanti all’Albergo delle Nazioni. Seduti su una panchina, riprendono la conversazione interrotta. Il rumore delle automobili, il vento, il mare che s’infrange sulle onde non permettono di capire di cosa stiano parlando Claudenzio e Eyob; ma l’atmosfera ora è più profonda, e sembra persino giusto che questo momento appartenga solo a loro. Il vento regala qualche parola: mare, paura, fascismo, guerra, morte, fantasmi.


Eyob riprende a scattare fotografie. Claudenzio ci ha preso gusto e, mettendosi in posa, gioca a fare il divo. Ora però bisogna tornare in piazza Madonnella, vicino al bar. Anche se l’incontro è finito, Claudenzio continua a essere un fiume in piena di energia, di espansività e di gioco. Un’ultima fotografia, qualche parolina ancora e tutti si rendono conto di quanto questa esperienza li abbia arricchiti, soprattutto Claudenzio e Eyob, che si danno appuntamento a domani mattina per scrivere sul diario i momenti più suggestivi


Giuseppe Romito









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