Tommaso e Gerum
Non è facile raccontare la propria storia; soprattutto seduti a un tavolino, assediati dai flash dei fotografi e circondati dagli sguardi dei passanti curiosi, in un’atmosfera decisamente artificiale. Molti anziani, negli incontri precedenti, hanno esordito con un “io, raccontare la mia storia? E che cosa devo dire?!”; e Lara ha ricordato loro che il tema (facoltativo) dal quale possono incominciare a parlare è il cibo. E il cibo ha accompagnato l’intero incontro della coppia di oggi.
Tommaso è stato un insegnante dell’istituto alberghiero “Armando Perotti” di Bari e ha deciso di incontrare proprio nella sua vecchia scuola il piccolo Gerum, ragazzino di origine etiope. Subito Tommaso racconta la storia dell’istituto, mostrandoci: la foto di Aldo Moro durante l’inaugurazione del plesso scolastico nel 1975; la sala che nel 1984 ospitò una tappa della visita di Giovanni Paolo II a Bari; l’immagine del primo preside che, a tutti i costi, volle la nascita dell’istituto “Armando Perotti”. Tommaso porta infine tutti nella sala-cucina, accolti dallo chef Antonio De Rosa, insegnante dell'istituto. Qui gli studenti imparano a cucinare, e ci fanno assistere allo spettacolo mozzafiato della nascita di piatti prelibati. Gerum, già armato di macchina fotografica, riesce a cogliere, immortalando gli allievi dell’istituto all’opera, i ricordi di Tommaso insegnante. Gli allievi del Perotti sembrano ricambiare la simpatia per il timidissimo Gerum. Adesso Tommaso e Gerum sono seduti a un tavolino, sempre nell’istituto ma lontani da tutti. Sanno di che parlare. Il ragazzino, nel suo diario, ha persino svolto un tema sulla cucina in Etiopia.
L’uomo è stato insegnante per più di cinquant’anni, ed è ovvio che entri in relazione con il ragazzino correggendogli il compito. Gli parla di come si cucina a Bari, della focaccia, patate riso e cozze, fino ad arrivare al ragù della domenica. “Perché il ragù, quando ero piccolo io, si mangiava solo la domenica”. E’ stato un attimo, ma quella frase, quel preciso ricordo ha emozionato Tommaso, ed è bastata quell’emozione per raccontare tutta la sua infanzia. Salutiamo Tommaso e Gerum. L’incontro è finito, ma lasciano l’istituto allontanandosi insieme. Non sapremo di cosa parleranno, ma sicuramente il ricordo di un odore o di un sapore riuscirà a dare voce alla loro anima.
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